INSTABILITA’ DI SPALLA
La spalla (articolazione gleno-omerale) è una struttura potenzialmente instabile, in quanto la congruità tra la glena (scapola) e la testa omerale è molto bassa.
Per instabilità si intende la sensazione di perdita di rapporto articolare tra la testa omerale e la glena.
Questa perdita di rapporti può essere parziale (sub-lussazione) o completa (lussazione).
Una spalla può essere instabile anche se non si lussa, “giocando” eccessivamente all’interno della sua sede.
Le strutture anatomiche che consentono alla spalla di essere stabile sono rappresentate da:
APPARATO CAPSULO LEGAMENTOSO
La capsula articolare è un “manicotto” di tessuto connettivo denso, che congiunge e si inserisce su entrambi i capi ossei di una articolazione. Ha la funzione di stabilizzare l’articolazione stessa e consentire o meno alcuni tipi di movimento.
Anteriormente, la capsula, è rinforzata da 3 legamenti principali:
- LGOS (legamento gleno omerale superiore)
- LGOM (legamento gleno omerale medio)
- LGOI (legamento gleno omerale inferiore)


STABILIZZATORI SCAPOLARI
La scapola rappresenta un punto chiave nella corretta funzionalità del cingolo scapolo omerale, ed alterazioni della sua funzionalità possono rappresentare la causa di insorgenza di numerose patologie.
Una alterazione della cinematica scapolo-toracica viene definita con discinesia scapolare, e rappresenta spesso l’origine di patologie della cuffia dei rotatori o instabilità gleno-omerali.
I principali stabilizzatori scapolari sono:
- Muscolo Dentato anteriore
- Muscoli Romboidei
- Muscolo Elevatore della scapola
- Muscolo Trapezio
- Sovraspinato
- Sottospinato
- Sottoscapolare
- Piccolo rotondo

Le cause possono essere:
- Traumatiche (generalmente lussazione completa)
- Microtraumatiche (indebolimento dei legamenti per eccessive attività, continue, ripetitive, quindi in un quadro da sovraccarico, ad esempio nel volley, baseball etc)
- Non traumatiche in genere in quadri di iperlassità dei legamenti, che non ha quindi capacità stabilizzante (costituzionale)
- Quadri combinati.
SINTOMATOLOGIA
Clinicamente si manifesta o con quadri di lussazioni (impossibilità a muovere la spalla e dolore), che talvolta possono diventare abituali, oppure con episodi dolorosi in base alle attività.
Talvolta la lussazione può determinare paralisi nervose soprattutto del nervo circonflesso. Talvolta dolore irradiato lungo tutto l’arto ed episodi di parestesie (formicolio).
Molti pazienti riferiscono debolezza del braccio e sensazione di “braccio stanco o braccio morto”.


DIAGNOSI
La diagnosi è clinica con la raccolta di sintomi e l’esecuzione di test specifici, e con il supporto di esami quali la RMN, la ARTRO-RMN (con mezzo di contrasto all’interno dell’articolazione) o TC particolari per studio della superficie articolare (PICO-TC).
Nella spalla lussata il paziente in genere si reca presso un pronto soccorso e si esegue una radiografia in più proiezioni.

TRATTAMENTO
Il Trattamento varia in base all’età (è generalmente una patologia del giovane aduto).
- Soluzione conservativa con adeguata riabilitazione soprattutto delle posture scapolari e di rinforzo dei muscoli della cuffia dei rotatori che posseggono un buon effetto stabilizzante
- Soluzione chirurgica in casi con lesioni legamentose ampie o distacchi ossei (vere e proprie fratture) della glena o della testa omerale. Gli interventi proposti sono la CAPSULOPLASTICA ARTROSCOPICA (ricostruzione legamentosa tramite l’utilizzo di piccolo accessi cutanei e con l’ausilio di una telecamera e vari strumenti) o INTERVENTI A CIELO APERTO soprattutto per ripristinare difetti ossei della scapola (glena), ad esempio intervento di LATARJET (trasposizione del processo coracoideo sulla scapola, fissandolo con viti).
Dopo l’intervento viene posizionato un tutore per 5 settimane e si interviene con la fisioterapia per almeno 2 mesi. La guarigione completa non avviene prima del 4° mese post operatorio.



RISULTATI
Generalmente i risultati sono buoni (scomparsa del dolore e ripristino della stabilità della spalla). Sono condizionati dalle dimensioni della lesione, dalla presenza di lesioni associate (fratture della testa omerale, lesioni della cuffia dei rotatori, dall’età e dalle attività lavorative/sportive).
In letteratura sono descritte (nelle riparazioni artroscopiche) recidive di instabilità fino al 15%.
Minori fallimenti (3%) per l’intervento di Latarjet.
COMPLICAZIONI
Generalmente si tratta di una procedura affidabile e sicura. Le complicazioni principali sono rappresentate dalla CAPSULITE ADESIVA, caratterizzata da rigidità e dolore post operatorio e dipendente da predisposizione del paziente e da una corretta esecuzione della fisioterapia. Infrequenti sono le infezioni e le patologie vascolari venose (flebiti o trobosi).
La non guarigione, la capsulite, le infezioni sono aumentate in pazienti con co-morbidità quali il diabete.
Molto rare lesioni nervose o vascolari.

