Frattura del polso

Dott. A. Megaro, Specialista in Ortopedia e Traumatologia

La frattura del polso (epifisi distale di radio e ulna) interessa tipicamente il paziente con osteoporosi in seguito a caduta accidentale (soprattutto donne in età post-menopausale).

Si manifesta con dolore e tumefazione del polso.

Il paziente deve recarsi in Pronto Soccorso per eseguire un esame radiografico. In caso di frattura composta puo’ essere posizionato un apparecchio gessato avambraccio-mano in pronto soccorso, senza ricovero ospedaliero.

In caso di frattura scomposta la riduzione viene eseguita in anestesia locale con una manipolazione esterna e con applicazione di apparecchio gessato braccio-avambraccio-mano.

In questo caso è consigliabile il ricovero ospedaliero per 24 ore per monitorare la tolleranza dell’apparecchio gessato. La immobilizzazione in gesso dura in media 35 giorni.

In una minoranza di casi la frattura di polso non è riducibile con manovre esterne (fratture complesse), per cui si rende necessario il trattamento chirurgico in anestesia maggiore con applicazione di fili metallici percutanei (fili di kirschner) o placche e viti.

Alla rimozione dell’apparecchio gessato, a 30-35 giorni dalla frattura, in genere è necessario un ciclo di riabilitazione assistita per il recupero completo della articolarità del polso.

Osteosintesi frattura di polso
con placca dorsale e viti
Frattura complessa del polso